Informazioni utili e F.A.Q.

Accetta il Bonus Psicologo?

Sì. Basta comunicare il codice fiscale e il univoco fornito da INPS prima della seduta.

Quando posso fare richiesta per il Bonus Psicologo 2023?

Il periodo in cui si potrà presentare domanda per richiedere il bonus psicologo 2023 (da usufruirne quindi nel 2024) è dal 18 marzo al 31 maggio 2024.

Perché dovrei iniziare un percorso di psicoterapia?

Se c'è qualcosa nella tua vita che ti fa soffrire; se non vedi una via d'uscita dai tuoi problemi; se ti senti affaticato dalle difficoltà quotidiane; se hai difficoltà a mettere in atto un cambiamento o un comportamento che desideri; se vuoi capire di più su te stesso, perché fai alcune scelte piuttosto di altre; per migliorare la qualità della tua vita.

A chi dovrei rivolgermi?

Ci sono diverse figure professionali che possono aiutarti, ma spesso queste sono confuse o non compresa appieno. Cerchiamo di capire insieme le differenze:

PSICOLOGO

Formazione: ha due lauree in psicologia (3 anni di triennale + 2 anni di magistrale), svolge due tirocini pre-laurea (la durata dipende dall'Università e dal corso di studi) e un tirocinio post-laurea magistrale (da 1000 ore in minimo 1 anno in tutta Italia) per poter accedere all'Esame di Stato e ottenere l'abilitazione alla professione e l'iscrizione all'Albo Regionale degli Psicologi.

Cosa fa: si occupa di prevenzione, diagnosi, sostegno e ricerca. Non può somministrare farmaci, ma in caso di bisogno può indirizzare dal medico curante o dallo psichiatra.

PSICHIATRA

Formazione: ha una laurea in medicina (6 anni) e una specializzazione in psichiatria (5 anni). Ha conseguito l'Esame di Stato ed è iscritto all'Albo Regionale dei Medici.

Cosa fa: diagnosi, prognosi, prevenzione, somministra una terapia farmacologica, accompagnamento alla farmacoterapia ed eventualmente alla psicoterapia. Non fa colloqui né terapia psicologica a meno che non abbia conseguito la specializzazione in psicoterapia frequentando una scuola di psicoterapia (4 anni).

PSICOTERAPEUTA

Formazione: può essere uno psicologo o psichiatra (tuttavia la modalità di fare terapia sarà inevitabilmente differente a causa della diversa formazione ricevuta nel percorso di studi universitario). Ha una specializzazione in psicoterapia (4 anni di specializzazione, in cui generalmente è previsto un tirocinio di specializzazione di almeno 600 ore in quattro anni, e un percorso di analisi personale dello psicologo/psichiatra, ma questo dipende dalla scuola).

Cosa fa: si occupa di prevenzione, diagnosi, sostegno, ricerca, psicoterapia (a breve e lungo termine) e di qualsiasi problema di tipo psicologico. Se è uno psicologo non può somministrare farmaci, ma può indirizzare dal medico curante o dallo psichiatra; se è laureato in medicina può somministrare farmaci.

Una psicoterapia prevede una frequenza settimanale (due volte alla settimana in caso di necessità in momenti di vita difficili per il paziente), generalmente con seduta in poltrona/divano. In base al contratto terapeutico (l'obiettivo che la persona vuole raggiungere rivolgendosi a uno psicoterapeuta) il percorso potrà essere breve (attorno alle 16-24 sedute, quindi per 4-6 mesi circa), oppure più lungo (un paio d'anni).

PSICOANALISTA

Formazione: è uno psicoterapeuta  (psicologo o medico psichiatra) specializzato nell'analisi dell'inconscio, di orientamento strettamente psicanalitico (corrente Freudiana e Post-Freudiana).

Cosa fa: si occupa degli stessi obiettivi di uno psicoterapeuta, ma è focalizzato sull'inconscio, quindi indaga maggiormente le cause che hanno scatenato un sintomo in luce di risolverlo.

Una terapia psicoanalitica prevede un minimo di due incontri a un massimo di cinque incontri a settimana. Il paziente è sdraiato sul lettino e da le spalle al terapeuta, in modo da facilitare il flusso delle libere associazioni (parole e immagini che vengono in mente al paziente). La durata di un buon percorso di psicoanalisi non può essere inferiore a un paio d'anni.

COUNSELOR

Attualmente in Italia il counseling non è una professione regolamentata, non c'è un percorso formativo obbligatorio e non c'è l'obbligo di iscrizione a un Albo professionale (link ordinanza Ministero della Salute).

Formazione: generalmente non ha una laurea né in psicologia né in medicina, e può provenire da qualsiasi percorso di studi. Può frequentare un corso per counselor (3 anni).

Cosa fa: si occupa di problemi presenti. Non può fare sostegno psicologico, né psicoterapia, né somministrare farmaci.

COACH (o LIFE COACH)

Attualmente in Italia nemmeno il coaching è una professione regolamentata, non c'è un percorso formativo obbligatorio, né tanto meno l'obbligo di iscrizione a un Albo professionale.

Cosa fa: aiuta a focalizzare gli obiettivi e le priorità, supportando la persona in termini di motivazione. Non può fare sostegno psicologico, né psicoterapia, né somministrare farmaci.

Quindi Psicologo, Psicoterapeuta, Psicanalista o Psichiatra?

Lo psicologo, dopo aver raccolto le informazioni sugli aspetti che fanno soffrire la persona ed effettuato una diagnosi, sostiene la persona nelle avversità quotidiane, la aiuta a stare meglio e previene l'emergere di un ulteriore malessere.

Lo psicoterapeuta e lo psicanalista, oltre a quanto detto sopra in merito allo psicologo, in base alla diagnosi, impostano un piano di trattamento su misura per quella persona e la aiutano ad affrontare le difficoltà del passato, presenti e future, per trovare o ritrovare il loro benessere. 

Lo psichiatra senza la specializzazione in psicoterapia, invece, non conduce colloqui di sostegno psicologico né di psicoterapia, ma in base alla raccolta anamnestica dei sintomi del paziente, stila una diagnosi e in base a questa consiglia un trattamento di tipo farmacologico o misto (sia farmacologico che psicoterapeutico). Ci sono alcuni disturbi che necessitano di un supporto farmacologico (per esempio, i disturbi dello spettro psicotico, la schizofrenia, il disturbo bipolare), altri che possono giovarne temporaneamente (per esempio, i disturbi d'ansia o i disturbi depressivi medio-gravi) finché il momento difficile è passato. Tuttavia, è sempre auspicabile e consigliabile intraprendere un percorso di tipo psicologico insieme a quello farmacologico, in luce da aiutare la persona a risolvere quel meccanismo che la fa soffrire e concludere così, quando starà meglio, il trattamento con il farmaco. Purtroppo, alcuni disturbi prevedono che il trattamento farmacologico venga mantenuto possibilmente per tutta la vita (come la schizofrenia e il disturbo bipolare, per citarne alcuni) per mantenere circoscritta una patologia più grave e una vita dignitosa e sicura per la persona: ciò nonostante non significa che un percorso su se stessi sia inutile. In questi casi, infatti, ci si può rivolgere a uno psicoterapeuta per una terapia supportiva (anziché di cambiamento, come la maggior parte delle richieste), che aiuti la persona a essere più consapevoli della loro psicopatologia. 

Quanto dura un percorso di psicoterapia?

La durata di un percorso di psicoterapia, che sia rivolto al bambino, all'adolescente, all'adulto o all'anziano, non è definibile a priori. Le terapie con un numero limitato di sedute, chiamate terapie brevi, (solitamente tra 8 e 21) esistono e sono state validate come efficaci, ma questo dipende dalla persona e dalle difficoltà che vuole risolvere in terapia. Infatti, lavorare su problemi profondi, complessi e che perdurano da molti anni, non è né facile né breve.

Il nostro cervello è strutturato in neuroni collegati tra loro e più il loro legame viene stimolato (sinapsi) nel corso degli anni, diventa più forte e automatico (secondo lo stesso principio con cui impariamo ad andare in bicicletta o una nuova lingua). Attivare il processo inverso e indebolire quei legami che generano la sofferenza, risulta, allo stesso modo, lungo e complesso, ma non per questo impossibile. Per questo motivo, non sempre le psicoterapie brevi possono aiutare la persona a raggiungere completamente il suo obiettivo, e per questo motivo c'è bisogno di un percorso di psicoterapia psicodinamica a lungo termine, la quale efficacia è stata dimostrata dalla ricerca empirica (Abbass, Town, & Driessen, 2012; Levy, Ablon, & Kächele, 2012; Norcross & Wampold, 2011).

Capita molto spesso che una persona dopo i primi quattro o dieci colloqui riporti "mi sento già molto meglio" e quindi scelga di non continuare il percorso. In questi casi, non si può nemmeno parlare di psicoterapia, quanto di un supporto emotivo, empatico, non giudicante e, probabilmente, diverso rispetto agli scambi quotidiani con i propri cari o amici. Ciò nonostante, non significa che il percorso sia stato di valore inferiore, se era quello di cui la persona aveva bisogno.

Com'è strutturato un percorso di psicoterapia?

I colloqui di psicoterapia durano circa 50 minuti, solitamente, con cadenza settimanale e, per quanto possibile, lo stesso giorno per dare una ritmicità e fissa continuità agli incontri e al percorso. Nel caso in cui la persona stia vivendo un momento di forte difficoltà, si può concordare insieme di aumentare, per un tempo limitato, a due sedute alla settimana.

Un percorso di psicoterapia deve essere settimanale: colloqui ogni due settimane non rendono possibile fare un lavoro di psicoterapia, e si tratta quindi di supporto psicologico.

In caso di festività, le sedute sono sospese. 

In caso di impossibilità (impegni di lavoro e vacanze fuori dal calendario) è opportuno avvisare con almeno una settimana di anticipo e concordare insieme il recupero della seduta (possibilmente un altro giorno nel corso della settimana) o fissare l'incontro successivo al rientro.

In caso di imprevisti o malattia ravvicinati alla seduta, si valuterà insieme la possibilità di recuperare la seduta, e con quale modalità.

Nell'eventualità di annullamento nell'arco delle ultime 24 ore, la seduta dovrà comunque essere saldata perché un percorso di psicoterapia è un impegno che la persona e il professionista prendono insieme per il benessere della persona stessa.

Spesso, gli annullamenti a ridosso della seduta sono dovuti al desiderio di non andare al colloquio a causa di qualcosa di cui si è parlato o vissuto la volta precedente, che ha poi innescato delle riflessioni o delle emozioni percepite come sgradevoli, nel corso della settimana, per esempio: "Ho parlato di quanto mia madre sia stata ingiusta con me in quell'episodio specifico, e quando sono rincasato le ho urlato addosso che la odio per quello. Mi sento un pessimo figlio e tutto perché è venuto fuori quel discorso in terapia." Questo è un ottimo materiale di lavoro e può dire molto alla persona del suo rapporto con la madre, con se stesso e anche con il suo terapeuta. Perciò, se e quando dovessero emergere questi sentimenti e desideri di annullare la seduta, è il momento migliore per non farlo, andare al colloquio e raccontare quel vissuto al proprio psicoterapeuta, che aiuterà a comprenderne le ragioni e, se possibile in quel momento, sanare quella ferita e quel dolore per l'esperienza infrasettimanale.

Psicologia/psicoterapia: scienza o magia?

Psicologia deriva dal greco ψυχή (psiche, anima) e λόγος (studio). Si tratta della scienza che studia la mente umana e il comportamento tramite il metodo scientifico (introdotto da Galileo Galilei) che mira a raggiungere la conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile.

Attraverso degli studi di neuroimaging è stato dimostrato che la psicoterapia è un trattamento psicologico efficace, capace di modificare significativamente alcune emozioni, atteggiamenti, abitudini e comportamenti sia consci che inconsci, è in grado di modificare l'espressione dei geni, rinforzare e/o indebolire connessioni sinaptiche; tutti fenomeni che producono dei cambiamenti strutturali nel cervello in alcune aree specifiche (Kandel 1998, 1999; Siegel, 1999).

Se vado dallo psicologo/psicoterapeuta significa che sono matto?

Il professionista della salute mentale aiuta la persona a stare meglio, a prendere in mano le redini della sua vita e a superare le difficoltà quotidiane che rendono difficile o faticoso svegliarsi ogni mattina e andare a dormire ogni sera.

Purtroppo, nonostante la Legge Basaglia abbia determinato la chiusura dei manicomi, in Italia permane l'idea, nonché lo stereotipo, che tutto ciò che riguarda la salute mentale e la figura dello Psico-logo,-terapeuta, -analista, -chiatra, abbia a che fare con l'essere matti o pazzi. Nulla è più lontano dalla realtà: tutti noi nel corso della nostra vita ci scontriamo con delle difficoltà che possono derivare da come siamo stati cresciuti, dalle nostre esperienze, ma anche dalla nostra genetica. Realizzare e fare i conti con questo nostro "bagaglio", raggiungere la consapevolezza che abbiamo dei limiti che da soli non siamo in grado di superare, e voler migliorare la nostra vita, sono cose che vogliono i matti?

È improbabile trovare qualcuno che dica "non voglio andare dal dentista sennò mi cura le carie", oppure "non voglio andare dall'oncologo perché potrebbe guarirmi dal tumore". La difficoltà nell'approcciare alla psicoterapia, che riscontriamo nel nostro paese, soprattutto in luoghi di periferia o di campagna, è anche dovuta all'essenza "inconsistente", intesa come "non materiale", della psiche: la mente e la sofferenza non sono qualcosa di organico che si può curare con un intervento chirurgico, perché il dolore è contenuto nelle connessioni neurali del cervello.

Lo psicologo o psicoterapeuta è un professionista sanitario il cui compito è quello di salvaguardare il benessere e la salute mentale della persona, così come i dentisti si prendono cura delle carie e gli oncologi dei tumori.

C'è differenza tra le varie scuole/i vari orientamenti?

Norcross (2002) e Norcross e Hill (2002) hanno dimostrato come l'elemento che più influisce sulle persone che intraprendono un percorso psicologico è la relazione, che prevede aspetti di empatia, calore, accettazione, assenza di giudizio, incoraggiamento a prendere dei "rischi", le caratteristiche individuali del paziente, del terapeuta, della diade e l'alleanza terapeutica.

Tuttavia, ci sono persone più o meno predisposte ad alcuni orientamenti: Blatt e Shichman (1983) definiscono due tipologie di pazienti, quelli anaclitici e quelli introiettivi. I primi avranno la tendenza a trarre maggior beneficio dalle terapie che li aiuteranno a intraprendere stabili relazioni con gli altri, i secondi, invece, trarranno maggior beneficio dai percorsi in cui riusciranno a trovare e mantenere un senso positivo della propria identità.

Inoltre, è giusto sottolineare che la ricerca empirica e le recenti rassegne (per esempio, DeMaat, de Jonghe, de Krakker et al., 2013; Fonagy, 2015; Leichsenring, Leweke, Klein et al, 2015) ha dimostrato che alcuni trattamenti psicodinamici sono più efficaci di forme manualizzate di terapia cognitivo-comportamentale (Cognitive Behavior Therapy, CBT) a breve termine, e che i miglioramenti ottenuti con le terapie dinamiche tendono a permanere anche dopo la fine della terapia. Le ricerche evidenziano, infatti, che, oltre ad alleviare i sintomi, le terapie psicodinamiche incrementano il funzionamento globale, emotivo e sociale (Lingiardi & McWilliams, 2018).

Dovrò firmare dei moduli?

Al primo colloquio ti  presenterò e spiegherò il modulo per il consenso informato in ogni suo punto e ti seguirò durante la lettura e compilazione dei dati.

Il rapporto professionale psicologo-paziente è vincolato e regolamentato da questo documento, obbligatorio per legge, e sottoscritto da entrambi. In caso di minore o interdetto, il documento sarà sottoscritto da entrambi i genitori o da chi ne esercita la tutela.

Quello che dico sarà audio-registrato?

Nel modulo per il consenso informato che firmerai in prima seduta, troverai una voce dedicata proprio a questo punto:  potrai dare o meno il consenso  all'audioregistrazione (in caso di minore, sarà lui/lei a decidere). Dare o meno il consenso alla registrazione delle sedute non modifica in alcun modo la relazione terapeutica, quindi è a libera scelta e discrezione. Fornire la possibilità di audioregistrare mi permette di restare più in relazione ed evitare che io prenda appunti in seduta. 

Non si tratta di una regola uguale per tutti i professionisti, bensì di uno stile di lavoro personale.

Lo psicologo/psicoterapeuta rilascia fattura?

Le prestazioni di carattere sanitario, di cui la professione di psicologo fa parte, (così come definite dal Ministero della Salute del 17/05/02) sono esenti ai fini IVA ai sensi dell’art. 10 del D.P.R. 633/72: le prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione rese alla persona nell'esercizio delle professioni e arti sanitarie soggette a vigilanza, ai sensi dell'articolo 99 del testo unico delle leggi sanitarie, approvato con Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e successive modificazioni”.

Il D.M. 21.1.1994 è la norma di riferimento che ha indicato come esenti da IVA, le operazioni sopra citate effettuate dagli psicologi. Nei casi in cui le prestazioni siano comprese tra le operazioni esenti, individuate anche ai sensi dell’art. 10 n. 18 D.P.R. 633/72, la fattura sarà emessa senza addebito di IVA indicando il titolo dell’esenzione e, in caso di prestazioni di importo superiore a euro 77,47, applicando una marca da bollo da euro 2,00 sulla copia rilasciata al cliente.

Quando e come posso pagare le sedute?

Le sedute si saldano alla fine del colloquio. È possibile pagare con carta di credito/bancomat tramite POS, bonifico bancario, PayPal, GPay o in contanti.

Posso scaricare le spese di psicoterapia come le altre spese sanitarie?

Sì. Tuttavia, da gennaio 2020 è entrata in vigore la legge per cui per poter scaricare le fatture come spesa sanitaria, il pagamento dovrà essere tracciato, quindi tramite POS, bonifico bancario, PayPal o qualunque altra forma di pagamento che non sia contante.

Lo psicologo/psicoterapeuta è assicurato?

Sì. Io sono assicurata con Polizza RC professionale sottoscritta con Allianz S.p.A. n. 500216023 e con massimale pari a € 1.000.000. 

Sistema Tessera Sanitaria

Salvo parere contrario le informazioni contabili relative alle spese sanitarie verranno trasmesse all'Agenzia delle Entrate, tramite flusso telematico del Sistema Tessera Sanitaria, ai fini dell’elaborazione del mod.730/UNICO precompilato e risulteranno accessibili anche dai soggetti ai quali la persona dovesse risultare fiscalmente a carico (coniuge, genitori, ecc.). L'opposizione all'invio dei dati (da esplicitare sull'apposita voce nel modulo del consenso informato) non pregiudica la detrazione della spesa, bensì comporta esclusivamente che la fattura non venga inserita automaticamente nella dichiarazione precompilata.

Medici, veterinari e dentisti procedono all'inserimento dei tuoi dati nel Portale Tessera Sanitaria senza richiedere il consenso, mentre, a differenza di queste professioni sanitarie, agli psicologi è richiesto per legge la chiarezza di questo punto per questioni di privacy in merito alla compilazione automatica delle spese sanitarie.

References/Riferimenti

Abbass, A., Town, J., & Driessen, E. (2012). Intensive short-term dynamic psychotherapy: a systematic review and meta-analysis of outcome research. Harvard review of psychiatry, 20(2), 97-108.


Blatt, S., & Shichman, S. (1983). Two primary configurations of psychopathology. Psychoanalysis and contemporary thought, 6(2), 187-254.

De Maat, S., de Jonghe, F., de Kraker, R., Leichsenring, F., Abbass, A., Luyten, P., ... & Dekker, J. (2013). The current state of the empirical evidence for psychoanalysis: a meta-analytic approach. Harvard review of psychiatry, 21(3), 107-137.


Fonagy, P. (2015). The effectiveness of psychodynamic psychotherapies: an update. World Psychiatry, 14(2), 137-150.


Kandel, E.R. (1998). A new intellectual framework for psychiatry. American Journal of Psychiatry, 155, 457-469.

Kandel, E.R. (1999). Biology and the future of psychoanalysis. American Journal of Psychiatry, 156, 505-524.

Leichsenring, F., Leweke, F., Klein, S., & Steinert, C. (2015). The empirical status of psychodynamic psychotherapy-an update: Bambi's alive and kicking. Psychotherapy and psychosomatics, 84(3), 129-148.


Levy, R., Ablon, J.S., Kächele, H. (2012). Psychodynamic Psychotherapy Research. Evidence-Based Practice and Practice-Based Evidence. NY, NY, Springer Press.


Lingiardi, V., & McWilliams, N. (Eds.). (2017). Psychodynamic diagnostic manual: PDM-2. Guilford Publications.

Norcross, J.C. (2002). Psychotherapy relationships that work: Therapist contributions and responsiveness to patients. New York. Oxford. University Press.

Norcross, J.C., & Hill, C.E. (2002). Empirically supported therapy relationships. Psychotherapy relationships that work: Therapist contributions and responsiveness to patients, 3-16.

Norcross, J.C., & Wampold, B.E. (2011). What works for whom: Tailoring psychotherapy to the person. Journal of Clinical Psychology, 67(2), 127-132.


Siegel D.J. (1999). The developing mind: toward a neurobiology of interpersonal experience. New York. Guilford.